Vi aspettiamo al Conservatorio il 19 dicembre ore 21. E’ necessario prenotarsi!
I
canti della tradizione piemontese e i testi di alcuni dei suoi autori più
rappresentativi, da Guido Gozzano a Nino Costa, da Luigi Olivero a Giovanni
Tesio, saranno protagonisti del “Concerto di Natale” organizzato dal
Consiglio regionale del Piemonte in collaborazione con il Centro Studi
Piemontesi – Ca dë Studi Piemontèis, che si terrà il 19 dicembre, alle ore 21, al Conservatorio Giuseppe
Verdi di Torino (piazza Bodoni).
Il
coro e l’orchestra di Progetto Futuro Musica, diretti dal maestro Aldo Sardo,
insieme all’Ensemble Pianà e a Valerio Franco alle pive accompagneranno Laura
Conti, voce solista, e Mario Brusa, voce recitante, in una serata in
cui si alterneranno il repertorio locale e alcuni adattamenti di più celebri
brani che richiamano le suggestioni del Natale.
I biglietti, distribuiti gratuitamente, devono essere richiesti scrivendo a partecipa.eventi@cr.piemonte.it o ritirati all’Ufficio relazioni con il pubblico del Consiglio regionale, in via Arsenale 14/g, dal 10 al 16 dicembre 2019.
Ponti a Torino. Costruzioni e costruzione della città
di Luciano Re
Edizioni Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis 2019
con l’Autore interviene Costanza Roggero Bardelli
I ponti di Torino hanno accompagnato l’estendersi della città oltre il Po e la Dora dall’Ottocento ad oggi. L’attenzione per la storia, il paesaggio, i beni culturali, e la loro stessa attualità di metafore, positive e propositive, sollecitano la curiosità di queste “costruzioni”, rilevanti in sé e determinanti per gli insediamenti e la formazione del territorio. Alcuni fra i ponti torinesi afferiscono, a buon titolo, alla storia dell’architettura e alla storia del costruire per qualità intrinseche, e tutti si rapportano con la città in relazioni tuttora in divenire. Le loro presenze testimoniano le esperienze, le attese, le risorse dei loro tempi, documentate da due secoli di guide, monografie, cronache, che ne illustrano immagini, date, aneddotica. L’autore espone in 25 agili e densi capitoli, ragioni e caratteri di progetti e costruzioni che sono stati di innovazione per l’arte e per la città, e restano testimonianze antiche e recenti di progressi e trasformazioni contestuali a più ampie esperienze di luoghi e di tempi.
15 tavole di disegni Gianfranco Vinardi corredano il piccolo prezioso volume.
La conferenza è disponibile sul Canale YouTube del Centro Studi Piemontesi
L’esperienza di un ingegnere di grandi opere e lo sviluppo infrastrutturale italiano
Edizioni Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis 2019
Desmè è parola piemontese antica, forse originaria delle “terre alte”, che dice del potere interiore di far rivivere in assoluta attualità emotiva momenti mai dimenticati, ma pacatamente riposti nel fondo della memoria. Nel volumeDesmè colpisce innanzi tutto la capacità dell’autore di raccontare il lavoro relativo a grandi opere di ingegneria e di farne il vero asse portante della storia. Nella narrazione si coniugano l’esperienza personale, lo sviluppo del sistema infrastrutturale italiano e l’evoluzione del nostro paese dagli anni ’60 ad oggi. Il testo è ampio e articolato. Ogni capitolo-racconto ha un suo centro emozionale senza che il “romanzo” perda di unità:ogni capitolo infatti rappresenta uno strato geologico della vita dell’autore e del nostro paese e va a comporre una sorta di biblioteca che il lettore può esplorare via via con rinnovato interesse. Il modo di raccontare è ricco e avvincente, felice di immagini. Il legno, materiale indispensabile un tempo nelle costruzioni, il ferro, la roccia, l’acqua amica-nemica, le macchine stesse si animano e prendono parte alle vicende drammatiche in rapporto dialettico con gli uomini impegnati in imprese ai limiti del possibile. Fanno da controcanto la “nivola”, la mansarda alta sui tetti di Torino, e il giardino della casa di pietra sul mare di Punta Licosa, luoghi del cuore e della meditazione
Alessandro Macchi, progettista e direttore di cantiere, ha realizzato grandi opere di ingegneria civile, ponti, viadotti, opere idrauliche, condotte sottomarine e soprattutto gallerie naturali e urbane in specie per ferrovie e metropolitane in condizioni articolate e complesse. In Etiopia ha costruito una grande strada nel Wollega, una zona impervia tra gli altopiani, le ambe, e la savana, poi altre opere in Canada, Algeria, Venezuela, Portogallo, Danimarca, Bulgaria, Mauritania. La sua attività copre un periodo temporale lunghissimo che va dal 1959 ad oggi. Dalle esperienze di lavoro vissute nel correre e trascorrere tra luoghi e affetti ha tratto due romanzi La Guerra delle Pietre (Einaudi 1975), Tunnel (Ripostes 1995) e un libro fotografico La terra dei Leoni (Opera 2002). Ha curato la redazione e il coordinamento del volume enciclopedico The art of Engineering (Mariogross 2009).
Ascolta l’incontro sul canale YouTube del Centro Studi Piemontesi
La Città di Moncalieri commemora i 170 anni del Proclama di Moncalieri
mercoledì 20 novembre
Ore 17,30, Biblioteca Civica Arduino “Sguardi su Moncalieri” Conferenza di Giansavino Pene Vidari sul Proclama di Moncalieri
Ore 20,30, Castello Reale, Sala della Regina Concerto dell’orchestra da camera Polledro
Il Proclama di Moncalieri, pronunciato il 20 novembre 1849 dalle mura del Castello, è il manifesto con l quale il Re Vittorio Emanuele II, succeduto al padre Carlo Alberto di Savoia in seguito alla sconfitta di Novara durante la prima guerra d’Indipendenza, si rivolse agli elettori del Regno di Sardegna affinché si rendessero inclini a portare in parlamento una maggioranza favorevole alla ratifica del trattato di pace con l’Impero austriaco. Il Re con il proclama, avendo riaffermato l’importanza dello Statuto sabaudo, di fatto poneva una garanzia sulla sopravvivenza del regime liberale, cifra dei governi di Massimo d’Azeglio e Camillo Cavour.
Piero Del Vecchio e Dario Vota curatori del progetto editoriale per le Edizioni Il Graffio di Borgone Susa
Nell’ambito del progetto «Terra di confine. Percorsi tra storia e arte nelle Valli di Susa», l’opera che ha per titolo Storia delle valli di Susa, prevista in 3 volumi, è certamente un’operazione editoriale impegnativa, alla quale i curatori e l’editore affidano il non facile compito di offrire una sintesi aggiornata e scientificamente sorvegliata della storia valsusina. L’idea nasce dalla volontà di colmare una lacuna negli studi storici sulla Valle: un’opera frutto del convergere, entro un progetto unitario e coordinato, dei contributi di studiosi specialisti su alcuni tra i temi più rilevanti di questa storia locale, capace di porsi come solido lavoro di riferimento, in un ambito dove l’insieme della storia valsusina è stata finora oggetto per lo più di testi divulgativi prodotti da singoli autori. Il primo volume, dedicato a Preistoria, età romana e medioevo fino al Trecento, si caratterizza per l’affiancare contributi provenienti sia dal versante archeologico sia da quello storico, rispondendo in tal modo all’esigenza di una trattazione pluridisciplinare coordinata. L’offerta tematica data dai dodici contributi in cui si articola il primo volume non ha la pretesa di offrire una panoramica esaustiva sulla storia delle valli di Susa; la scelta degli argomenti ha inteso, da una parte, offrire delle sintesi aggiornate sull’archeologia e la storia dei periodi in oggetto e, d’altra, focalizzare alcuni temi che per quei periodi trovano nelle valli di Susa una significativa esemplarità. Il secondo volume, pur mantenendo l’impianto metodologico del precedente, si occupa dell’arco cronologico che va dal Quattrocento all’Unità d’Italia: dalla costruzione dello stato feudale alla nascita dello stato moderno, dall’assestamento della geografia ecclesiastica medievale alla formazione della Diocesi, dalle architetture fortificate signorili, laiche e religiose alle guerre fra Cinquecento e Ottocento; dai transiti commerciali in età moderna fino alle infrastrutture tardo ottocentesche che disegnarono una diversa geografia economica, sociale e culturale delle valli di Susa [Paola Comolli]
La conferenza è disponibile sul Canale YouTube del Centro Studi Piemontesi
e il Presidente dell’Accademia
Albertina di Belle Arti
Paola Gribaudo
Matteo Olivero, Veduta di Cuneo con figura, collezione privata (foto Paolo Robino)
Personalità complessa, al cui fascino contribuirono le origini occitane e i viaggi, Matteo Olivero (Acceglio 1879-Saluzzo 1932) ritrova in questo volume aspetti della biografia e dell’opera rimasti in ombra. Anzitutto, si riscoprono la formazione dal 1896 in Accademia Albertina e, dal 1902, la vita di bohème a Torino che fecero maturare un precoce talento. Nel 1905, Olivero si trasferì a Saluzzo anche in polemica con la competizione tra artisti nella città sabauda, mal camuffata da istanze socialisteggianti. Dapprima in difficile equilibrio tra la provincia e l’orizzonte internazionale cui lo traeva anche l’amicizia con Giuseppe Pellizza da Volpedo e Alexis Mérodack-Jeaneau, il pittore visse poi tra entusiasmo e scoraggiamento. A sostenerlo provvidero, accanto alla madre Lucia, committenti spesso divenuti confidenti, tra cui Alice Galimberti Schanzer e quindi Luigi Burgo. A Saluzzo, le Collezioni Civiche, la Pinacoteca Matteo Olivero e il Fondo Olivero nell’Archivio Storico hanno suggerito contributi sulla costituzione di un tale patrimonio di testimonianze visive e scritte intorno all’artista che nella città d’elezione spirò anzitempo. A Cuneo, il Museo Casa Galimberti e il lascito di Ermete Revelli confluito nella Fondazione intitolata a suo figlio Nuto hanno riaperto l’esplorazione della rete di rapporti intrecciata da Olivero, incluso il dialogo con il pioniere della demoetnoantropologia Euclide Milano. L’attenzione ai documenti si accosta in questa ricerca polifonica alla lettura della produzione di Olivero per temi, nell’intento sia di valorizzare zone riposte come il senso del sacro, sia di meglio individuare la cifra dei ritratti e degli autoritratti. Olivero amò e infinite volte raffigurò il paesaggio alpino: in Val Varaita e nella Val Maira che gli diede i natali sono stati condotti raffronti tra dipinti e vedute, ritrovando i punti di vista e precisando così soggetti e titoli fin qui confusi o inesatti. Anche grazie a questo tesoro di immagini e informazioni ricavate sul campo, l’omaggio a colui che – tra tante maschere – volle presentarsi come semplice figlio della montagna vale da auspicio per la continuazione degli studi al suo riguardo.
La conferenza può essere seguita sul Canale YouTube del Centro Studi Piemontesi
In collaborazione con il Centro Studi Piero Gobetti
L’autore raccoglie nel
volume gli studi gobettiani compiuti negli anni Duemila, riletti, aggiornati e
in parte riscritti. Il filo conduttore
che li riunisce e li lega tra loro è l’eresia, se così si può dire, applicata
all’illuminismo, alla democrazia, all’eredità del Risorgimento e alla storia
d’Italia, al meridionalismo, all’amicizia, alla politica e alla cultura.
L’eresia viene proposta gobettianamente
come una risorsa per l’oggi.
Trovi la conferenza sul Canale You Tube del Centro Studi Piemontesi
Se il primo semestre del 2019 ha segnato per il Centro Studi Piemontesi alcune tappe importanti di un anno speciale per il primo cinquantenario di fondazione,
lunedì 28 ottobre alle ore 18
si apre la stagione autunnale con la “cerimonia di donazione” al Centro Studi Piemontesi dei volumi della Biblioteca del Principe Eugenio da parte del Presidente Giuseppe Pichetto: “Del Principe Eugenio”. Libri e scritti autografi del principe Eugenio dalla Collezione privata di Giuseppe Pichetto, in dono alla Biblioteca del Centro Studi Piemontesi.
Con Giuseppe Pichetto interviene Clelia Arnaldi di Balme Conservatore arte antica – Palazzo Madama. Museo Civico d’Arte Antica.
Libri, carte appartenuti al Principe Eugenio di Savoia donati da Giuseppe Pichetto vanno ad arricchire la Biblioteca del Centro Studi Piemontesi, già catalizzatrice d’ importanti donazioni, collocati in una teca appositamente costruita per la conservazione e la fruizione: “nella consapevolezza che ogni cittadino possa affiancare le Istituzioni pubbliche e private nella diffusione delle molte valenze della cultura”. Proprio con il titolo “Del Principe Eugenio”, le opere sono state esposte alla mostra Piemonte, bonnes nouvelles. Testimonianze di storia sabauda nei fondi della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino nel 600° anniversario del Ducato di Savoia, allestita fino al 10 gennaio 2017 alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Si tratta di quattro volumi, il testamento della erede di Eugenio, Vittoria di Savoia Saxehilburghausen e due lettere autografe del Principe Eugenio. Per questi preziosi tasselli di storia e di cultura, Giuseppe Pichetto aveva “inventato” la categoria dei libri “genetici”: Eugenio li ha scelti, acquistati, fatti rilegare da Stefano Boyet, posseduti, letti, usati. Hanno, per così dire, la sua impronta, il suo profumo, forse il Suo DNA è ancora rilevabile grazie alla perfetta conservazione in splendide biblioteche (uno dei volumi proviene dalla Biblioteca di Hans Fürstenberg). Rarissimi, se ne sono conservati soltanto una novantina dalla Sua Biblioteca di 16.000 volumi, dismessi e salvati perché doppi, donati al bibliotecario, timbrati “Duplo. Biblioteca Vindobonae”.
Gli altri appuntamenti in Via Revel 15 alle 18 proseguiranno fino a dicembre, e come sempre si concluderanno con la tradizionale mostra Un libro per Natale, accompagnata dall’esposizione di “Vecchie réclame.Schegge d’antan d’economia piemontese: oggetti e immagini”.
Il calendario dei prossimi Lunedì:
4 novembre: Bruno Quaranta dialoga
con Pietro Polito autore
del volume “L’eresia di Piero
Gobetti”,in
collaborazione con il Centro Studi Piero Gobetti. 11 novembre : “Matteo Olivero. La formazione, i
temi, la fortuna”, presentazione del catalogo della mostra,curata
da Antonio Musiari, Edizioni
Centro Studi Piemontesi-Albertina Press. Con il curatore interviene Paola Gribaudo,PresidenteAccademia
Albertina di Belle Arti di Torino. 18
novembre, presentazione dei due volumi di “Storia delle valli di Susa”, intervengono
Silvia Giorcelli Bersani, Andrea Maria Ludovici, Piero Del Vecchio
e Dario Vota curatori
del progetto editorialeper le Edizioni Il Graffio di Borgone Susa. 25
novembre: incontro con Alessandro
Macchi, Autore del volume “Desmè. L’esperienza di un ingegnere di
grandi opere e lo sviluppo infrastrutturale italiano”, Edizioni Centro
Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis 2019. 2 dicembre:presentazione del volume “Ponti
a Torino Costruzioni e costruzione della città” di Luciano Re, con l’Autore interviene Costanza
Roggero Bardelli, Edizioni Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi
Piemontèis 2019.
Tutte le conferenze sono visibili sul canale You Tube del Centro Studi Piemontesi