«Studi Piemontesi», giugno 2019, vol. XLVIII, fasc. 1. Pagg. 442

L’11 giugno di cinquant’anni fa, un gruppo di studiosi guidato da Renzo Gandolfo, dava vita al Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis con lo scopo di promuovere le ricerca su storia, arti, letteratura e tutto quello che è cultura del Piemonte; tre anni dopo nasceva la rivista «Studi Piemontesi» che ogni anno, in due fascicoli, puntuali a giugno e a dicembre, pubblica i risultati delle indagini sul Piemonte svolte in Italia e nel mondo. In occasione del Cinquantenario è stato portato a compimento il progetto di riordino dell’archivio del Centro: ne discorrono in chiusura di questo fascicolo Daniela Caffaratto e Andrea Maria Ludovici.

            Sono invece cento gli anni trascorsi dalla nascita di Primo Levi e nel saggio di apertura Giovanni Tesio propone alcuni primi passi per un’indagine sulla Bibbia di Primo Levi, tra ebraismo ed erranza; ancora in ambito letterario, Arnaldo Di Benedetto prende lo spunto dalla mostra “Un ritratto e un mistero svelato” per un articolo ricco di informazioni su Massimo d’Azeglio e le sue amicizie pittoriche e letterarie. Tra letteratura e arte si pongono anche le due lettere inedite, pubblicate da Milena Contini, di Carlo Botta a Carlo Marocchetti sui bassorilievi del monumento a Emanuele Filiberto.

            La sezione propriamente dedicata alla storia dell’arte, è sempre assai ricca: vi troviamo un altro risultato dell’opera di scavo negli archivi condotta da Arabella Cifani e Franco Monetti, che informano sui due fratelli Giorgio Domenico e Giuseppe Andrea Duprà, pittori di corte a Torino nel XVIII secolo;  le riflessioni di Rita Binaghi che scrive di Mario Ludovico Quarini (1736-1808) e del suo contributo per l’allestimento del Salone dell’Accademia delle Scienze di Torino; arretriamo al Seicento con Paola Caretta, che presenta una ricca documentazione sulla monaca pittrice Orsola Maddalena Caccia, figlia del pittore Guglielmo; e ancor più indietro nel tempo ci conduce Luisa Clotilde Gentile che illustra le decorazioni del soffitto trecentesco del castello di Pavarolo; tre i saggi novecenteschi: Paolo San Martino presenta un volume (1902) che, con le incisioni di Michele Dellera, Ugo Capisano e Fedele Rainelli costituisce un repertorio di mobili Liberty; Giuseppe Pacciarotti scrive di alcuni alberghi di lusso sul Lago Maggiore tra Otto e Novecento; Sara Panetti delinea un profilo di Paola Levi Montalcini nel contesto della modernità torinese. Siamo nel campo della storia della musica con il saggio di Jorge Morales, che illustra come l’arrivo di Cristina di Francia a Torino (1620) abbia influito sul rinnovamento musicale a corte.

            La sezione storica offre, in ordine cronologico, un intervento di Andrea Boero che studia i complessi rapporti nel basso Medioevo nel contado del comune di Novara. Ma è la storia del Risorgimento ad avere lo spazio maggiore: Lauro Rossi pubblica due lettere inedite di Cavour ad Alessandro Manfredi Luserna d’Angrogna e Rosanna Roccia due lettere e un attestato di Urbano Rattazzi scaturiti dal suo incontro con Gerolamo Bobone presso Carlo Alberto esule ad Oporto; Alessandro Parola rievoca l’insurrezione genovese del 1849 attraverso alcuni scritti di Alfonso Ferrero della Marmora; Andrea Bertolino scrive della British Italian Legion in Piemonte negli anni 1855-56. Nella selva di Vaucresson presso Parigi, alle 5 antimeridiane del 15 agosto 1897,il Conte di Torino, Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta, sconfisse in duello il principe Henri d’Orléans, che aveva mosso accuse di codardia agli ufficiali italiani nella campagna d’Abissinia; il fatto fece scalpore; ne scrisse anche la «Civiltà Cattolica» con netta riprovazione ma puntuale informazione; Giorgio Federico Siboni rievoca il fatto con riferimenti al quadro internazionale.

            Per la storia minore: un cuciniere di corte che avrebbe inventato a metà Ottocento hamburger e Coca Cola è una realtà o una beffa erudita? Lo svela in pagine eruditissime Nicola Gallino. Mentre Marco Giani informa sulla nascita del calcio femminile ad Alessandria nel 1933.

            Per la storia del pensiero politico, Paolo Bagnoli scrive di Filippo Burzio, del suo isolamento nel panorama del Novecento; mentre Corinna Desole presenta l’archivio della Fondazione a Burzio intitolata.

            La nona puntata di onomastica piemontese curata da Alda Rossebastiano, Elena Papa, Daniela Cacia tratta di cognomi a carattere soprannominale di origine fitonimica, cioè, per esempio: Pomo, Melo, Ceresa, Graffioni… di Silvia Corino In area contigua si muove la ricerca toponomastica di Elena Chiri Pignocchino su piccole località nel territorio di Pino Torinese.

            Tre i saluti di congedo a personalità che in vario modo hanno onorato il Piemonte: Rosanna Roccia ricorda Paul Guichonnet, storico e geografo savoiardo; Maria Luisa Betri la studiosa del Risorgimento Daniela Maldini Chiarito; Gian Savino Pene Vidari l’imprenditore e uomo politico Luigi Rossi di Montelera; Comino e Armando Maria Franca Mellano; e diversi In Memoriam.

            Chiudono il fascicolo le fitte pagine dedicate al «Notiziario bibliografico», allo spoglio delle riviste, all’informazione sull’attività del Centro Studi Piemontesi, alle notizie di mostre convegni e altre iniziative riguardanti la cultura regionale: una miniera.

Comitato Scientifico: Renata Allìo, Alberto Basso, Gilles Bertrand, Mario Chiesa, Gabriele Clemens, Anna Cornagliotti, Guido Curto, Pierangelo Gentile, Livia Giacardi,  Andreina Griseri, Corine Maitte, Isabella Massabò Ricci,  Andrea Merlotti, Aldo A. Mola, Francesco Panero, Gian Savino Pene Vidari, Pier Massimo Prosio,  Rosanna Roccia,  Costanza Roggero Bardelli, Alda Rossebastiano,  Giovanni Tesio,  Georges Virlogeux. Direttore, Rosanna Roccia; Responsabile, Albina Malerba. Il Comitato Scientifico si avvale di referee nazionali e internazionali