Come giornalista, prima alla “Gazzetta del Popolo” e poi alla “Stampa” di cui è stato vicedirettore ed estensore di una rubrica antologicamente raccolta nel Calendario dei giorni dispari. Come scrittore, dai Padri delle colline a Felicità di crescere. Come saggista almeno i suoi Profili di scrittori italiani tra Otto e Novecento. Come pavesiano di lunga fedeltà, l’iniziale monografia e soprattutto la biografia dal titolo affascinante, Quell’antico ragazzo, del 2006 ma ripubblicata in nuova edizione l’anno scorso da Guanda con un nuovo e decisivo capitolo finale. Come critico militante una fervida e numerosa presenza soprattutto sulle pagine della “Stampa” e di “Tuttolibri”. Amico del Centro Studi Piemontesi, Lorenzo Mondo è stato principalmente una persona seria e nel suo fare si è sempre attenuto a una equilibrata sapienza delle parti, alla ricchezza e alla pluralità delle risonanze testuali, alla chiarezza del dettato, alla trasparenza del giudizio, capace com’è stato di congiungere alla scienza della letteratura (ma anche, da moralista, alla scienza del costume) la giusta dose di una larghezza interpretativa libera da schematismi e tecnicismi. Un esempio – molto piemontese – di laboriosità e di vita. Una perdita grave: di quelle che lasciano un vuoto e segnano insieme la fine di un tempo.

Giovanni Tesio