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Sermoni subalpini

40,00

Versione integrale in lingua italiana a cura di Silvana Delfuoco e Piergiuseppe Bernardi; trascrizione a cura di Giuliano Gasca Queirazza, riproduzione integrale del manoscritto a colori con introduzione di Letizia Sebastiani.

Pagg. 347, 2004. ISBN 978-88-8262-052-3

 

Descrizione

I Sermoni Subalpini costituiscono la più antica attestazione di lingua volgare in Piemonte. Sono una raccolta di ventidue sermoni in prosa, databili alla fine del secolo XII, conservati alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (Manoscritto D.VI.10). Documento insigne di lingua e di civiltà, per la vetustà e ampiezza del manoscritto, i Sermoni rappresentano un monumento di grande valore e stanno alla base di qualsiasi ricerca sulla storia linguistica della regione piemontese e, grazie alla loro ampiezza, forniscono una attestazione di antico volgare di inestimabile valore.

I Sermoni Subalpini hanno avuto nel corso del tempo diverse trascrizioni messe a stampa: la prima di Wendelin Foerster nel 1879 in edizione semi-diplomatica, seguita da edizioni interpretative di Girolamo Lazzeri, poi di Francesco A. Ugolini nel 1942 e di Wolfgang Babilas nel 1968. Nell’edizione del Centro Studi Piemontesi la trascrizione è stata magnificamente curata, sulla scorta del manoscritto originale, da Giuliano Gasca Queirazza: “Questo stringato compendio – scrive concludendo l’introduzione alla trascrizione  – non può esprimere l’intensità di attenzione che in una consuetudine ormai cinquantennale ho dedicato al manoscritto, al testo, alla problematica della lingua, al luogo e all’istituzione di origine, alla tradizione degli amatissimi Sermoni subalpini”.

La traduzione in italiano, di Silvana Delfuoco e Piergiuseppe Bernardi, rappresenta una sfida, il desiderio, scrivono, di “sottrarre queste prediche all’ambito ristretto degli specialisti per restituirle al grande pubblico…una traduzione in lingua corrente, per consentire a chiunque di avvicinarsi a questo splendido testo in cui affonda le sue radici quella lingua che oggi viene giustamente chiamata Lingua Piemontese”.

Il volume (cartonato e in cofanetto) pubblica poi la riproduzione in facsimile, in rapporto 1 a 1, del manoscritto a colori, che quasi sicuramente faceva parte della Libreria ducale dei Savoia.