
“Repubblica” del 13 aprile 2021 Giovanni Tesio dedica un’intera pagina all’Epistolario di Massimo d’Azeglio: 12 volumi a cura di Georges Virlogeux pubblicati dal Centro Studi Piemontesi.
“Repubblica” del 13 aprile 2021 Giovanni Tesio dedica un’intera pagina all’Epistolario di Massimo d’Azeglio: 12 volumi a cura di Georges Virlogeux pubblicati dal Centro Studi Piemontesi.
Il Centro Studi Piemontesi racconta…
Gustavo Mola di Nomaglio racconta le vicende dell’unione della Liguria al Regno di Sardegna nel 1815.
Al volume hanno collaborato:
Giuseppe Pichetto, Genova Sabauda, finalmente
Albina Malerba, Gustavo Mola di Nomaglio, L’unione liguro-piemontese: una storia sinuosa
Andrea Pennini, Egemonia ed Equlibrio. Il Regno di Sardegna nel “concerto europeo” di Vienna
Stefano Monti Bragadin, Riunione degli Stati di Genova a quelli di S.M. Sarda
Alberto Conterio, Il valore della storia e l’onestà d’informazione. Lo sguardo di un giornalista
Mario Riberi, Il sistema giudiziario in Liguria durante l’età napoleonica
Marcello Marzani, “Vegliare alla conservazione della pubblica, e privata sicurezza”. Istituzioni di polizia civili nei territori di terraferma del Regno di Sardegna all’indomani della Restaurazione
Elena Gianasso, Progetti e piani per Torino e per Genova negli anni della Restaurazione
Luciano Garibaldi, Presenze sabaude a Genova, pagine di cronaca. Le personalità di Casa Savoia maggiormente legate a Genova
Massimo Mallucci de’ Mulucci, Influenza ed azione delle famiglie genovesi nell’ambito del Regno di Sardegna
Fabrizio Marabello, Antiche relazioni dei Savoia col Finale: da Worms ai De Raymondi
Arabella Cifani, Franco Monetti, La Liguria e il Piemonte attraverso la pittura dei bamboccianti: il caso di una inedita veduta di Genova, capolavoro di Pietro Maurizio Bolckman
il ciclo di conferenze di approfondimento legate alla mostra “Piemonte bonnes nouvelles“, organizzate dal Consiglio regionale del Piemonte con la Direzione Generale Biblioteche Istituti Culturali – MIBAC e il Centro Studi Piemontesi:
Le conferenze si tengono alla Biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco”, in via Confienza 14 a Torino (Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti in sala):
La mostra “Piemonte Bonnes Nouvelles”, è aperta fino al 31 dicembre 2016 alla Biblioteca Nazionale Universitaria.
Alla pagina dedicata del nostro sito, tutte le informazioni su conferenze, mostra e convegno, con video e gallery fotografica
organizzato dal Centro Studi Piemontesi, dal Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con Deputazione Subalpina di Storia Patria, Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, ABNUT, Centro studi della Reggia di Venaria
Per la Sezione di giovedì 20 ottobre in Palazzo Lascaris è obbligatoria la prenotazione: tel. 0115757 507-807; rel.esterne@cr.piemonte.it. Per le Sezioni che si svolgeranno presso la Biblioteca Nazionale Universitaria ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili.
organizzata dalla Biblioteca Nazionale, dal Consiglio regionale del Piemonte, dal Centro Studi Piemontesi, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Reale Mutua. Catalogo in corso di stampa.
Ingresso libero
presentano l’opera
Archivio di Stato di Alessandria- Associazione Città Nuova
Dopo quasi dieci anni di intenso, scrupoloso e appassionato lavoro da parte dei curatori Roberto Livraghi, Gian Maria Panizza e Gianluca Ivaldi, con la pubblicazione del sesto volume (quinto della serie), si chiude definitivamente l’edizione di quella straordinaria fonte risorgimentale conservata presso l’Archivio di Stato di Alessandria, costituita dalle memorie del conte Pietro Civalieri di Masio. […] .Gli eventi che sono al centro del volume raccontano una fase centrale nella storia del Regno di Sardegna, anni segnati dapprima dalla rotta nella prima guerra di indipendenza, poi dallo sviluppo economico e tecnologico del Piemonte cavouriano, infine dalla proiezione dello stato sabaudo sullo scacchiere internazionale a seguito dell’intervento in Crimea. In questi grandi accadimenti della storia patria, Alessandria e il conte Civalieri non sono sullo sfondo, anzi. La democratica città sul Tanaro e l’aristocratico acuto osservatore della realtà del suo tempo, emergono al centro di alcune delle pagine più significative del Risorgimento. Invitato alla tavola del sovrano in procinto di recarsi al tragico destino riservatogli sui campi di Novara, Civalieri è una delle ultime persone a vedere re Carlo Alberto in vita e uno dei primi a comprendere come l’epopea del “re magnanimo” si sarebbe presto trasformata nella contraddittoria trama mitologica del “re martire” intessuta da Luigi Cibrario. Passioni «troppo ardenti», che vedevano, da un lato, coloro che all’esule monarca mai avrebbero perdonato «d’aver tutto sacrificato de’ suoi sudditi per un’ardua e difficilissima impresa», dall’altra chi, senza remore, proclamava Carlo Alberto con «entusiasmo delirante il Martire dell’Italiana indipendenza, il primo cittadino d’Italia, l’Uomo perseverante, forte, l’Uomo unico nella Storia». […] Civalieri restava il disincantato “cantore” delle sue glorie e delle sue miserie, anche se con sentimento: lo stupore e il piacere per la nascente strada ferrata; l’incredulità per gli onori municipali resi al novello presidente della Camera, il redivivo e mai amato avvocato Urbano; l’ammirazione per Cavour che, «dotto ed esperiente nell’economia politica, dall’eminente suo scanno», predicava lo sviluppo dell’industria e dei commerci; la speranza per quella spedizione di Crimea, che «utile e gloriosa pel Piemonte quantunque onerosissima», avrebbe fatto acquistare al regno «forza morale ed importanza politica nel consorzio de’ Cabinetti europei ed indirettamente e col tempo essere utile al rigeneramento d’Italia». Guardava lontano il conte Civalieri. (dalla recensione di Pierangelo Gentile, pubblicata in “Studi Piemontesi”, XLIV, 1, 2015)